IL RUOLO DELLA COOPERATIVA DI COMUNITÀ

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In un momento in cui le leve tradizionali in mano allo Stato e al Mercato generalmente usate per attivare nuovi percorsi di sviluppo non funzionano più e in molti casi non sono più attivabili è indispensabile ri-attivare il ruolo della società e della comunità.

Il tema della rigenerazione urbana e dello sviluppo locale è un banco di prova importante che richiede oggi governance multistakeholder e che postula meccanismi di co-produzione da parte dei soggetti che se ne fanno carico.

In questo, le nuove forme cooperative come quella della cooperativa di comunità giocano un ruolo decisivo all’interno del nostro sistema economico.

[…]

Non esiste una impresa di comunità se non è la comunità stessa che investe in se stessa, se non sono i cittadini che si fanno carico direttamente di rispondere ad una domanda o sviluppare un’opportunità per tutti.

[…]

Le città che investiranno su queste politiche “abilitanti” (ossia eco-sistemiche) saranno quelle capaci di costruire una più solida democrazia economica e una maggiore capacità di generare Ben-essere.

leggi tutto il post (di Battistoni e Venturi su http://www.che-fare.com)

LA CITTÀ RESILIENTE

Strategie e azioni di resilienza urbana in Italia e nel mondo

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Esce in questi giorni nelle librerie “La città resiliente – Strategie e azioni di resilienza urbana in Italia e nel mondo“, di Pietro Mezzi e Piero Pelizzaro, edito da Altraeconomia.

Mezzi è architetto, giornalista, ricercatore e consulente nei settori dell’ambiente e delle costruzioni. Pelizzaro è esperto di resilienza e di politiche di adattamento ai cambiamenti climatici.

Partendo dall’assunto che il clima è cambiato e che il pianeta è in pericolo, secondo gli autori la sfida è città per città, in forma di resilienza.

“La resilienza è, in breve, l’arte di adattarsi ai cambiamenti, trasformando così le incertezze in occasioni e i rischi in innovazione. I cambiamenti climatici mettono oggi alla prova le città con “eventi estremi”: uragani, inondazioni, isole di calore. La “crisi” non dà tregua e ne fanno le spese l’economia, l’ambiente, la salute, il “capitale umano”.”

Analizzando esempi rilevati a Barcellona, Rotterdam, Copenhagen, Malmö, New York, Boston, New Orleans, Norfolk, Milano, Roma, Bologna e Venezia, il libro raccoglie quindi esempi di progetti avanzati di climate adaptation e di rigenerazione urbana, che comprendono la mobilità, i nuovi modelli produttivi, la socialità e la sharing economy.

leggi la scheda (di Altraeconomia) o la recensione (di politicamentecorretto.com)

PROGETTO DI CROWDFUNDING PER PIANTARE NUOVI ALBERI IN CITTÀ

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Chi vive a Bologna è invitato a mettere radici!

Questa volta non si tratta di prendere casa o metter su famiglia, ma di contribuire a rivitalizzare spazi vivi e silenziosi quali sono i parchi e i giardini della città.

Le aree verdi sono una risorsa per tutti, sono aree di condivisione e di incontro, punti di riferimento per le attività più disparate di gruppi e associazioni.
Sono insomma un vero e proprio bene comune da vivere e curare come il giardino di casa tua.

Molti cittadini e associazioni stanno già collaborando quotidianamente con il Comune, prendendosi cura di parchi e giardini, ma per tenere insieme questi luoghi di socialità è necessario mettere radici.

Pero limone, fico, ciliegio, nocciolo, noce, albero di Giuda, catalpa, salice piangente, tulipifero, calicanto. Questi nuovi alberi potranno essere piantati, ognuno in un parco diverso della città, grazie al tuo contributo.

Se anche tu vivi quotidianamente il verde cittadino, puoi partecipare alla campagna di crowdfunding radici, basta poco.

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oRtISCIO’ – l’orto a due ruote

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Con oRtISCIO’ a Bologna l’agricoltura sociale … mette le ruote!

Cinque cassoni e un cargo bike realizzati in autocostruzione da personale svantaggiato della cooperativa ETA BETA portano le pratiche agro-ecologiche più avanzate dentro i servizi socio-assistenziali della cooperativa CADIAI a vantaggio di persone disabili che normalmente non possono usufruirne. Con la collaborazione del Centro Ricerche e Studi in Agricoltura Urbana e Biodiversità dell’Università di Bologna, persone disabili, famiglie, educatori e tutta la cittadinanza saranno accompagnati nella riscoperta del valore della terra e dei suoi prodotti, attraverso un percorso di formazione che insegna ad averne cura. Orto della biodiversità, delle farfalle, delle aromatiche, sinergico in paglia e delle piante fito-alimurgiche: 5 tipologie di orto per far conoscere e sperimentare i benefici dell’attività orticola sulla salute e sulla qualità della vita. Si realizza così un nuovo modello di agricoltura sociale: diffuso, flessibile, inclusivo.

oRtISCIO’ è un orto in risciò … più sostenibile di così!

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Comunità Energetica alla Settimana della Sostenibilità !

Comunità Energetica

Free Mobile3Nell’ambito della settimana della sostenibilità (link) organizzata dal Comune di San Lazzaro di Savena, durante l’iniziativa “m’illumino di meno“, Venerdì 13 Febbraio dalle 18.30in Piazza Bracci si spegnerà l’illuminazione del Palazzo Comunale e si accenderà la F.R.E.E. Mobile, un furgoncino elettrico totalmente a energia rinnovabile da cui usciranno giochi e invenzioni rinnovabili di tutti i tipi…

Durante l’iniziativa sarà possibile informarsi e preaderire al nuovo progetto dell’Associazione.

F.R.E.E. Free Renewable Easy Energy

Laboratorio (per bambini e non solo) di energie rinnovabili con materiale riciclato, a cura  dell’Associazione “Comunità Energetica”.

Qui il programma completo

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MONASTERI DEL TERZO MILLENNIO

monasteriLaurea in lettere, esperto di risparmio energetico, si occupa di economia ecologica e tecnologie ambientali. Insegnante e preside, Maurizio Pallante soprattutto è il fondatore del Movimento per la Decrescita Felice da lui fondato nel 2007: «un’associazione nata sui temi della demitizzazione dello sviluppo fine a se stesso […] e che parte dal presupposto che la correlazione tra crescita economica e benessere non sia necessariamente positiva, ma che esistano situazioni frequenti in cui a un aumento del Prodotto interno lordo (Pil) si riscontra una diminuzione della qualità della vita». Saggista, creatore e curatore del sito decrescitafelice.it, Pallante ha da poco dato alle stampe il suo ultimo lavoro: Monasteri del terzo millennio, uscito qualche settimana fa per le Edizioni Lindau. Un titolo che potrebbe forse trarre in inganno, Monasteri del terzo millennio non è una guida ai più moderni luoghi di culto, ma una lucidissima analisi della deriva economica, sociale e culturale che ci ha traghettato verso la famosa Crisi che dal 2008 ci tiene tutti in ostaggio. Tranquilli, non vi troverete per le mani una narrazione che annuncia con toni cupi la fine del nostro mondo. La disamina di Pallante non si esaurisce nella critica, né si dilunga in malinconiche o chimeriche speranze, ma si apre alla proposta, e soprattutto all’esempio di modelli possibili che già abitano il nostro quotidiano.

Vai all’articolo    (di Michela Marchi su slowfood.it)

APPROVATO IL PIANO DELLA MOBILITÀ CICLISTICA PROVINCIALE

Obiettivo: una rete di piste ciclabili per la mobilità quotidiana e per il turismo

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La Provincia di Bologna si dota di un “Piano della Mobilità Ciclistica Provinciale” (PMC) per il territorio bolognese, puntando sulle potenzialità già presenti e prendendo spunto dalle realtà più avanzate su questo tema. I documenti preliminari del Piano sono stati approvati dalla Giunta il 4 febbraio scorso.
L’iniziativa nasce per rispondere alla sempre più crescente domanda di mobilità ciclistica, e per concorrere a raggiungere i più ampi obiettivi di sostenibilità ambientale ed economica.

Obiettivo del PMC, che si configura come variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), è quello di pianificare le direttrici principali e una maglia diffusa, ma selezionata, di itinerari e piste ciclabili, per creare un sistema a rete di mobilità equilibrato e completo, dove la bicicletta possa essere una concreta alternativa sia per chi quotidianamente si reca al lavoro sia per chi si muove per vacanza o nel tempo libero.
I rilievi mostrano che attualmente nel territorio provinciale esistono 680 Km di percorsi ciclabili (di cui 535 in provincia e 145 nel comune di Bologna) mentre ne sono stati pianificati/progettati dalle Amministrazioni comunali oltre 1.500Km. Dei percorsi già realizzati il 42% è collocato su strade comunali, il 24% lungo argini dei fiumi ed il 12% su strade provinciali. Il 54% è costituito da percorsi pedonali/ciclabili promiscui, il 23% da piste ciclabili in sede propria a fini turistici, il 7% da piste ciclabili in corsia riservata.

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ARRIVA BOLOGNALTRUISTA, IL PORTALE PER IL VOLONTARIATO “A ORE”

Sbarca in città il sito che incrocia domanda e offerta per aiutare gli altri. Basta registrarsi, sfogliare opportunità e progetti e mettersi a disposizione anche per poco tempo. “Vogliamo dare un contributo concreto alla comunità bolognese”

di MARCO BETTAZZI

È una sorta di “banca del tempo 2.0”, o di volontariato “a ore”. Dopo le esperienze di Milano, Roma e Trieste è sbarcato anche nella nostra città “BolognAltruista”, il portale online che incrocia bisogni e disponibilità nel mondo del volontariato. Gestito dall’omonima associazione nata nel novembre scorso da un team tutto al femminile sta cominciando a riempire le caselle del calendario con progetti e iniziative che aspettano soltanto di essere adottate da qualcuno, ovviamente in partnership con altre associazioni e Onlus che operano nel settore. La scommessa e la differenza con le “normali” attività di volontariato è che BolognAltruista permette di farlo anche a chi non è abituato a rapportarsi con questo mondo oppure può garantire poco tempo senza una regolarità precisa. E, parallelamente, consentire a piccole associazioni che mancano di braccia di sostenere ugualmente i propri progetti.

Tutto si incrocia sul web, sul sito www.bolognaltruista.org, dove chiunque ha la possibilità, dopo essersi registrato, di scegliere tra le varie attività in programma e decidere anche all’ultimo minuto quale e quanto aiuto fornire. Al momento tra Bologna e provincia ci sono corsi di italiano per stranieri, accompagnamento per ragazzini, laboratori ludico-motori, uscite con ragazzi disabili, corsi di pittura e così via. I destinatari sono dunque sia cittadini altruisti che vogliono regalare un po’ del loro tempo, ma anche associazioni con progetti nel cassetto o imprese che vogliono aiutare la propria città.

“Siamo partiti con entusiasmo e tante idee perché crediamo profondamente nella valenza positiva di questa iniziativa, che si propone di dare un contributo concreto alla comunità bolognese – spiega Serena Di Mattia, presidente di BolognAltruista – In questa fase di avviamento evidentemente qualsiasi tipo di sostegno può essere prezioso, invito tutti i nostri concittadini a visitare periodicamente il nostro portale”.

Il modello è quello della rete internazionale “HandsOn”, che è presente in 12 Paesi e secondo i promotori gestisce 30mila progetti di volontariato al mese, 30 milioni di ore all’anno e collabora con 70mila associazioni non profit.

(da La Repubblica)

LA VITA IN GIOCO – LA LUDOPATIA, L’UNICO PREMIO CHE IL GIOCO D’AZZARDO REGALA A CHI ESAGERA

Di Ermanno Muolo

Il gioco d’azzardo è un gioco che non diverte ma rovina, che non fa stare insieme ma isola, che illude di poter vincere ma inesorabilmente porta alla sconfitta della persona. La puntata ricostruisce il contesto ambientale, in cui si moltiplicano le occasioni di gioco e scommessa e le illusioni di vincita facile, e approfondisce le azioni che la Regione Emilia-Romagna ha già messo in campo, anticipando il problema che sempre di più sta emergendo in tutta la sua drammaticità.
La testimonianza di un giocatore che in tre anni ha perso famiglia, amici, soldi e voglia di vivere, e che ora grazie all’Associazione Giocatori Anonimi ha aiutato se stesso e aiuta gli altri, descrive a fondo il problema e mostra una delle strade che la Regione ha scelto di seguire: quella di valorizzare e sostenere il lavoro delle associazioni che già lavorano sul campo per risolvere il problema.
Nella puntata una intervista all’assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna Carlo Lusenti.

“BRACCIA TORNATE ALL’AGRICOLTURA”: COSÌ I GIOVANI RISCOPRONO LA TERRA

“BRACCIA TORNATE ALL’AGRICOLTURA”: COSÌ I GIOVANI RISCOPRONO LA TERRA

Dalla città alla campagna, i fondi europei sono all’origine di un nuovo boom imprenditoriale. C’è chi abbandona la vita metropolitana, chi decide di reinvestire sulle proprietà dei nonni

di Rosario Di Raimondo – 20 febbraio 2014

Silvia Bendanti, 33 anni, nel 2008 ha lasciato il suo posto da maestra a tempo indeterminato per dedicarsi all’azienda agricola di famiglia, nel bolognese, dove oggi produce vino oltre a girare per i mercati della provincia con le sue bottiglie in edizione limitata, decorate a mano. Andrea Degli Esposti, invece, di anni ne ha solo 26 ma ha già ristrutturato una borgata settecentesca a Monghidoro dove, al posto della vecchia stalla del nonno, ha creato un agriturismo con tanto di maneggio, un allevamento di mucche, un castagneto e un negozio dove commercializza al dettaglio i prodotti della sua terra, dal miele alla carne biologica.

Agricoltori

Sono soltanto due delle migliaia di storie di giovani che in Emilia-Romagna stanno decidendo di investire sull’agricoltura. Alcuni succedono alla guida dell’azienda dei genitori o s’inventano attività del tutto nuove. Altri, un migliaio negli ultimi dieci anni, cambiano radicalmente vita. Abbandonano la città, gli studi legali o gli uffici per andare a vivere — letteralmente — in campagna. Aiutati anche dai fondi per lo sviluppo rurale che l’Unione europea, attraverso i bandi della Regione, stanzia a favore di questi imprenditori.
Secondo la Coldiretti, gli under 40 a capo di un’azienda agricola sono oggi 5.504, a cui vanno sommati gli altri 17mila giovani che lavorano nel settore. Grazie al fondo per lo sviluppo rurale, il cui budget è fissato ogni 7 anni in accordo con l’Ue, quasi 2.500 neo imprenditori hanno beneficiato fino al 2013 di 230 milioni di euro (il 23% del miliardo di euro messo a disposizione in regione per l’intero settore). Proprio in questi giorni la Regione ha stanziato un’altra tranche da quasi un milione e mezzo di euro per 38 imprenditori, che mediamente riceveranno 40mila euro a testa.

I giovani in agricoltura corrono forte e mettono in campo tutta la loro inventiva. Non solo la falce, ma anche il blog. Si occupano di vini, frutta, alimenti biologici. Hanno contatti diretti con i consumatori, creano agriturismi, innovano e investono in attrezzature più moderne, sfruttano le potenzialità delle energie rinnovabili. Andrea, il 26enne che ha ristrutturato la borgata dei nonni, ha installato due impianti fotovoltaici e una caldaia che funziona con il legno di scarto, grazie alla quale riscalda casa sua, l’agriturismo e il locale dove vende i suoi prodotti.

Corrono così forte, questi imprenditori under 40, che «l’estensione delle loro aziende è mediamente più alta rispetto alle altre. È un dato significativo: la dimensione media di un’attività condotta da un giovane emilianoromagnolo è di 24 ettari, mentre lo stesso dato, su tutte le fasce d’età, è di 14», dice l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni. Che adesso vuole affrontare un problema «grave» legato a questo mondo: «In montagna, sull’Appennino, abbiamo un calo drastico della superficie agricola. Questo perché fare agricoltura lì è durissima, le produzioni sono poche e il mercato non è in grado di remunerare i prodotti a sufficienza». Adesso vuole fare «una scommessa»: «Chiedere ad alcuni grandi marchi del settore alimentare italiano di commercializzare nei centri commerciali di tutta Italia quei prodotti che siano riconoscibili come fatti in montagna: biscotti, carni, formaggi, pasta. Per avere uno sbocco sul mercato a prezzi remunerativi, ripopolare ettari di terra abbandonati e affiancare i giovani che vogliono cimentarsi in questa impresa».

(da La Repubblica)